L’educazione cognitiva ha come obiettivo quello di potenziare i processi di pensiero sviluppando e stimolando le funzioni coinvolte. I processi intellettivi possono essere modificabili, educabili e rieducabili grazie all’influenza di mediazioni educative efficaci.
La condizione perché avvenga la modificabilità è l’analisi attiva da parte del bambino degli stimoli provenienti dall’ambiente in interazione con l’adulto “mediatore di conoscenza”.
Stimolare l’apprendimento significa modificare la struttura delle competenze cognitive possedute.
Per competenze cognitive si intendono tutti quei processi di pensiero quali il problem solving, l’analogia, le capacità deduttive, la comprensione, la capacità di orientamento, l’organizzazione del comportamento, la capacità di categorizzazione.
Si integrano progressivamente informazioni nuove, riorganizzando la mappa dei concetti già elaborati e le relazioni tra i contenuti, rendendo elastici gli apprendimenti attraverso la creazione di collegamenti.
Un metodo di potenziamento cognitivo è il metodo Feuerstei.
Questo metodo si basa su tre concetti
fondamentali:
- la concezione olistica dell’individuo, visto nella sua integrità;
- la teoria della modificabilità cognitiva strutturale, ovvero la convinzione che in ogni età e situazione l’individuo sia modificabile sul piano cognitivo, che in ogni individuo sia presente una disponibilità ad attivare risorse ancora latenti;
- l’esperienza di apprendimento mediato, ovvero il tipo di relazione attraverso cui la modificabilità può essere indotta.
Il metodo, centrato sull’ascolto, sull’attenzione e ai diversi stili cognitivi, privilegia la riflessione sui processi mentali, piuttosto che la trasmissione di contenuti.
La consapevolezza metacognitiva del proprio modo di apprendere consente di trasferire in altre situazioni le abilità possedute o acquisite nella formazione e avvia all’uso autonomo del pensiero.
Questo percorso è reso possibile grazie all’interazione con un mediatore che non dà risposte, ma indirizza ed orienta sull’analisi dei processi di pensiero messi in atto durante la soluzione di un problema.
Si lavora sui punti di forza e sui punti deboli, trasformando i primi in una risorsa per i secondi.
Il percorso può essere svolto individualmente, a coppie o a piccolo gruppo.
Il Feuerstein può essere utilizzato sia per aiutare bambini/ragazzi che presentano difficoltà di apprendimento sia per coloro che presentano un ritardo cognitivo. Viene anche utilizzato per migliorare i tempi e la qualità dell’attenzione nei casi di ADHD, e in bambini/ragazzi che presentano un disturbo dello spettro autistico.
“Mettiamo in campo la mediazione tutte le volte che c’è un processo di apprendimento, quando vogliamo che l’altro impari” (R. Feurestein)
Dott.ssa Tiziana Santamaria Psicologa dell’età evolutiva.